
Necessiti di essere rassicurato nelle tue scelte? Ti adegui sempre alle decisioni dell’altro ? Ti capita di avere una forte paura di perdere il tuo partner, perchè pensi di non farcela da solo?
COSA E’ LA DIPENDENZA AFFETTIVA
Se hai risposto sì alle tre domande e ritieni che la tua felicità sia affidata ad un’altra persona , potresti ritrovarti a sperimentare la dipendenza affettiva.
Tra le caratteristiche fondamentali c’è la tendenza a perdere sé stessi nella relazione (che può essere col proprio partner , amicale, con mamma o papà o fratelli e sorelle ). L’altro diventa il centro del nostro mondo e il senso della nostra esistenza viene a mancare. La nostra felicità non dipende più dai nostri comportamenti e da come viviamo la nostra vita, ma dagli altri.
COME RICONOSCERE LA DIPENDENZA AFFETTIVA
Esistono dei segnali che possono farti pensare di comportarti da dipendente affettivo, ma non devi assolutamente fare autodiagnosi! Piuttosto, se senti tuoi diversi dei seguenti aspetti, fai una chiacchierata con un professionista!
Eccoli:
1) Perdere il senso di sé e della propria autorità con la conseguente tendenza a controllare gli altri
2) Soddisfare prevalentemente i bisogni degli altri (in particolare del partner), escludendo i propri
3) Considerare il partner come un’estensione di sé stessi , con la conseguente necessità ad ottenere rassicurazioni e premure
4) Riconoscere di avere una bassa autostima, di conseguenza bisogno costante di considerazione e apprezzamento dagli altri
5) Non fidarsi degli altri e dubitare di essere meritevoli di amore.
6) Sentirsi sicuri solo quando si è in una relazione, nutrendo la paura costante che possa finire
7) Avere pensieri ossessivi sul partner, rispetto a cosa fa, dov’è, con chi è, rasentando una gelosia ossessiva
8) Credere di scegliere sempre il partner sbagliato.
Quindi la dipendenza affettiva si registra quando una persona consente agli altri di influenzare i suoi stati d’animo e dipende da loro per stare bene ed essere felice.
E’ evidente che un simile stato delle cose impatta negativamente sull’autostima, in quanto anch’essa dipende dalla considerazione degli altri. Il partner dipendente si annulla per l’altro e lo percepisce come la condizione essenziale per il proprio benessere, anche se il rapporto è qualitativamente di poco valore. Uscire dalla relazione diventa difficile come smettere di bere o di assumere droga.
Questa dipendenza impedisce al soggetto di prendere consapevolezza della propria situazione e di fare scelte adeguate ai suoi interessi ed alla sua realizzazione, nonostante razionalmente sia d’accordo sull’opportunità di chiudere la relazione…è come se non potesse fare a meno di quella persona.
Il dipendente affettivo è come se stesse cercando un senso di realizzazione da qualcuno esterno a se stesso, chiedendo amore e apprezzamento dall’altro.
Spesso ci sono uomini che sono emotivamente dipendenti da una donna per sentirsi completi o donne che sono dipendenti dall’uomo per sentirsi sicure.
Questo è molto rischioso per la propria serenità e per la propria realizzazione, perché innanzitutto aliena te da te stesso, inoltre, se l’altro dovesse non esserci più, ciò minerebbe l’equilibrio psicologico della persona.
LE CAUSE PIU’ PROBABILI DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA
La dipendenza affettiva ha radici profonde che risalgono alla prima infanzia.
Da piccoli facciamo affidamento sui nostri genitori per tutti i nostri bisogni : cibo, casa, amore, protezione, riconoscimento, affetto ecc
La dipendenza emotiva inizia quando un bambino non è amato dalle persone che dovrebbero provvedere a lui (genitori, fratelli, persone vicine). Se tenta di affermare se stesso , di far valere la propria individualità e di farsi riconoscere , spesso viene sgridato, punito o ignorato; sceglie , quindi, di evitare i conflitti e si carica di sensi di colpa per i propri bisogni. Questa mancanza di amore e riconoscimento genera un senso di scarsa autostima, di non valere, e ciò aumenterà durante l’adolescenza.
Questo tipo di esperienza infantile insegna al bambino che verrà amato solo se rispetta le aspettative dei genitori o di altre persone significative.
Le situazioni familiari causa della dipendenza affettiva sono soprattutto le seguenti:
1) i genitori sono stati iperprotettivi e non hanno mai creduto in te: hanno soddisfatto tutti i tuoi bisogni, anticipando anche quelli non espressi, senza darti la possibilità di sviluppare una tua indipendenza e forza interiore.
Questo comporta l’incapacità di affrontare le difficoltà da soli e di scegliere chiedendo spesso l’aiuto delle altre persone ; molte volte questo bisogno viene soddisfatto all’interno della coppia, riversando i propri bisogni in una relazione, fiduciosi che provveda il partner a soddisfarli. Questo compromette ulteriormente lo sviluppo della propria autostima e la qualità della relazione.
2) I genitori sono stati assenti o evitanti: non si sono mai interessati ai nostri bisogni emotivi, non ci hanno riconosciuto nel nostro valore e ci hanno portato a sentirci incapaci . In questo caso il partner rappresenta un modo per avere finalmente quell’amore che non abbiamo mai avuto da piccoli, quindi perderlo significherebbe piombare in uno stato di solitudine, paura e profonda disperazione.
Queste esperienze infantili hanno un profondo impatto anche sulla vita attuale: nel tempo si sviluppano dei meccanismi di difesa che andranno a costituire strutture rigide nella personalità, inoltre
potresti focalizzarti maggiormente sul benessere altrui, senza tener conto del tuo, così come a riconoscere il tuo valore in base a ciò che trasmettono gli altri. Come adulto, potresti vivere situazioni nelle quali interpreti un ruolo sottomesso, cercando sempre di compiacere gli altri per non essere rifiutato e rimanere nella relazione.
LA DIPENDENZA AFFETTIVA COME FALLIMENTO NELLA COSTRUZIONE DELL’AUTOSTIMA
L’autostima del bambino, le sue capacità, la sua consapevolezza vengono costruite attraverso il rapporto di fiducia che instaura con la famiglia. Un bambino che riceve messaggi conflittuali sulle sue capacità, che si sente poco riconosciuto in ciò che è e che sa fare, che non viene incoraggiato e lodato, fatica a interiorizzare queste qualità e necessita di un adulto per sentirsi sicuro. Crescerà con la consapevolezza di valere poco, di non riuscire a fare da solo , di entrare in relazioni solo se soddisfano i suoi bisogni.
Atteggiamenti di indifferenza, manipolazione, negligenza, maltrattamento lasciano il segno e , una volta diventato adulto, la persona tenderà ad attuare modelli di comportamento appresi durante l’infanzia
“Anche se particolarmente evidente nella prima infanzia, il comportamento di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba”
J. Bowlby

COME DIVENTARE “INDIPENDENTI” AFFETTIVI
Per liberarsi dalla dipendenza emotiva bisogna intraprendere un viaggio verso il vero Sé, che ha a che fare con la “realizzazione di sé” e non con l’utilizzo degli altri per compensare le proprie mancanze affettive.
Per fare questo, comincia a guardarti dentro e a riconoscerti, come forse non hai mai fatto.
1) Assumiti la responsabilità di essere felice: il tuo benessere dipende da te, non dagli altri!
Le persone che non riescono a badare a loro stesse a livello emotivo cercano spesso qualcun altro che lo faccia al posto loro. Ma a prescindere da quanto qualcun altro riesca a farti sentire bene, è fondamentale sviluppare una certa fiducia in te stessa e nelle tue capacità.
Fermati, respira , ascoltati. Senti te stessa, senti le tue emozioni. Prendi del tempo per te, per fare delle cose che ti piacciono: una passeggiata, una mostra, una gita, un piccolo viaggio. Fallo da sola, apprezza questi momenti, viviteli come tue conquiste. Inizia nuove attività di lavoro extra o di studio. Se ti arriva un problema, godi della soddisfazione di risolverlo da sola, di valutare le opzioni che hai, di venirne fuori senza l’aiuto di nessuno. Per imparare ciò sono necessarie auto-osservazione e pratica: non è sicuramente semplice, ma ciò può aiutarti a sviluppare indipendenza ed autonomia.
Potresti avere pensieri quali:
- “Solo qualcun altro può rendermi felice”
- “ Da sola non ce la posso fare”
- “Come faccio ad essere felice da sola?”
Quando pensi in questo modo, ciò che accade realmente è che stai rendendo la tua felicità dipendente da quella persona e, pensa, dover dipendere da un altro non ti dà il potere di essere ed ottenere ciò che vuoi per te.
Inoltre, permetti alle altre persone di essere libere e non sentirsi il peso di doverci essere per te sempre, piuttosto che avere risentimenti nei confronti dei loro comportamenti se non fanno ciò che è nelle tue aspettative. Puoi sempre cercare aiuto, ma non puoi pretenderlo perché alla fine dei conti nessuno ti deve nulla.
“Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore che dura una vita”
O. Wilde
2) Smetti di idealizzare l’altro
L’idealizzazione ci fa ritenere che l’altro sia perfetto o su un piedistallo: tendiamo a vedere soprattutto gli aspetti positivi e a negare o giustificare quelli negativi. Ciò può portarci a dare più importanza ai desideri o alle opinioni dell’altro piuttosto che ai nostri, perché riteniamo sia superiore a noi.
Questo meccanismo ti impedisce di metterti in gioco e non ti permette di vedere te e l’altro in modo obiettivo; finiamo per utilizzare l’altra persona per colmare le nostre insicurezze e a considerare che senza non ce la facciamo . L’altro sente di avere forte influenza e ascendente su di noi e questo può portarla a manipolarci o a farci soffrire.
3) Impara a prenderti maggiormente cura di te stesso a livello emotivo
Riconosci i tuoi bisogni e rendi prioritaria te stessa per rendere felici anche gli altri
Apprezza il tuo valore e lavora sul migliorare la tua autostima: metti in discussione i pensieri negativi che fai su te stessa, focalizzati sui tuoi punti di forza e riconosci i tuoi limiti, lavora sui tuoi obiettivi e renditi conto che in realtà hai tutte le risorse necessarie per la tua realizzazione ( e se non le hai, le puoi trovare o allenare)
Allena il tuo dialogo interno in modo positivo e adotta comportamenti di comprensione e accettazione.
Sviluppa la tua curiosità , apprendi e scopri cose nuove su di te, sugli altri e su ciò che ti accade. Scopri nuove opportunità e cerca tutto ciò che ti potrebbe appassionare.
Osserva e osservati con calma, respira , guarda dentro di te e sperimenta pienamente tutte le emozioni (anche quelle negative).
Riconosci i tuoi bisogni affettivi. Apri il tuo cuore ad altre persone, costruendo una cerchia di amicizie o parlando con un esperto di ciò che hai dentro.
Quando fai un errore, non essere troppo duro con te stesso: consideralo utile per la tua crescita.
Porta la tua attenzione al momento presente, in modo da evitare di rimuginare sul passato o di farti prendere da ansie future.
Ama i tuoi cari, scegli i tuoi pari, perciò circondati di persone stimolanti ed energizzanti ( evita, per quanto possibile, quelle che ti caricano di negatività).
4) Diventa consapevole della paura che sta alla base della tua dipendenza
C’è molta paura che si nasconde dietro la maschera della dipendenza emotiva.
Per molti di noi la più grande paura è quella di stare con noi stessi, soli con il nostro essere. Perciò cerchiamo costantemente di distrarci e gli oggetti della distrazione tendono a diventare fattori di dipendenza.
Cosa ti spaventa? Come sarebbe la tua vita se tu ti svincolassi da certi modelli di comportamento? Quanto aumenterebbe la tua autostima se tu facessi dei passi verso la tua indipendenza?
5) Apprezza la solitudine
Uno dei motivi principali per i quali si sviluppa la dipendenza è la paura di stare soli; cerchiamo costantemente qualche forma di intrattenimento o di distrazione solo per evitare di restare soli con noi stessi.
Siamo intimoriti “dall’essere” così continuiamo a “fare“.
La dipendenza o la sensazione di incompletezza esistono perché cerchiamo la soddisfazione al di fuori, non dentro di noi. Invece è proprio nella solitudine che possiamo trovare tutta la nostra forza, la nostra iniziativa, la nostra passione e vedere tutto ciò che c’è al di là.
6) Poniti l’obiettivo di scoprire chi sei veramente
Molti di noi non hanno idea di chi sono veramente, non hanno consapevolezza di cosa sanno fare davvero, di quali sono le loro aree di miglioramento, di cosa vogliono dalla loro vita, così diventano dipendenti da un’ auto-immagine che si sono costruiti. Essa è un’idea che ha bisogno di contenuto per mantenersi in vita e questo contenuto è di solito fornito dagli altri, ecco perché li cerchiamo sempre per definirci ed avere conferme se siamo ok oppure no.
In effetti, la causa principale della dipendenza emotiva è proprio un’immagine di sé negativa che si è costruita nel tempo e che implica l’apprezzamento degli altri per diventare più bella di come è invece percepita.
Quindi, comincia a conoscere te stessa, stilando le tue caratteristiche, ciò che sai fare, ciò che ti piacerebbe fare, i tuoi successi, i tuoi talenti, le tue aspirazioni e fai il punto dello stato attuale per poi intervenire per il futuro.
Molto altro si potrebbe scrivere, ma ciò che vorrei sottolineare è che chiedere aiuto è una grande dimostrazione di forza: ti potrebbe permettere di vivere appieno la tua vita, riconoscendo i tuoi punti di forza e lavorando sui punti di debolezza senza aver bisogno di qualcun altro.
E’ importante darsi tempo e riconoscere di avere un problema , primo passo per poterlo affrontare e liberarsene.
Se anche tu ti senti in una situazione simile a quella descritta e vuoi migliorare la tua autostima per sganciarti dalla dipendenza affettiva, puoi contattarmi per una sessione preliminare di coaching.
Cell. 342 3266521
mariaelena@autostima360.it
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